L’incontro con la Dott.sa Licia Fagetti, responsabile marketing Acqua Frisia e sponsor dell’evento ‘Sano Festival’, mi ha dato l’occasione di affrontare un tema che spesso è taciuto, e che io stessa ho riscoperto: l’innovazione e la sostenibilità sono valori fondamentali per chi imbottiglia e distribuisce acqua.
Insomma, quanta poca attenzione spesso mettiamo nello scegliere l’acqua al supermercato? E se alla fine di questo articolo vi facessi la stessa domanda? Io spero rispondereste in modo diverso!
Per approfondire questo tema, che riguarda proprio una scelta quotidiana nelle nostre case, abbiamo deciso di parlarne insieme e, devo dire, si è delineato fin da subito un incontro all’insegna della disponibilità e, perché no, dell’empatia.
Sono andata a trovarla in azienda e l’accoglienza ricevuta ci ha reso parte di un’intesa per un progetto sostenibile, quello dell’Acqua Frisia, che va divulgato per l’attenzione all’ambiente e al territorio, elementi fondamentali per preservare la qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno.
Sostenibilità e innovazione: quale più importante oggi?
Parlando con la Dott.ssa Fagetti imparo una cosa molto importante: sostenibilità è innovazione!
Per anni si è pensato che l’innovazione (in tutti i campi, compreso l’imbottigliamento e la distribuzione dell’acqua) coincidesse con nuove metodologie per abbattere sempre di più i costi. Certo, questa idea ha portato benefici economici importanti e ha massimizzato la distribuzione, ma in Acqua Frisia hanno deciso di guardare le cose da un punto di vista differente: questa ricerca del profitto a ogni costo andava ormai contro la qualità del prodotto.
In Acqua Frisia hanno deciso che il prodotto e il territorio sono la prima cosa da salvaguardare, solo in questo modo anche il consumatore ha la certezza che l’acqua che arriva in tavola sia come dalla fonte, e solo in questo modo l’innovazione è possibile.
“Le spiego meglio e così può comprendere perché uno dei nostri slogan è “Ritorno al futuro”. La premessa è che quando facciamo le campagne legate alla sostenibilità usiamo lo slogan “acqua Frisia, un dono della natura” perché quest’acqua dalle sorgenti viene direttamente imbottigliata, non subisce alcun trattamento.
“Ritorno al futuro” significa che prima di partire con la commercializzazione dell’acqua sono stati fatti interventi allo stabilimento, innanzitutto è stata dismessa completamente la linea in pet, ossia la linea imbottigliamento in plastica. Volutamente non si produce acqua in plastica, imbottigliando con vetro a perdere e togliendo quindi dall’azienda le lavatrici delle bottiglie.
Abbiamo smaltito un impianto gigantesco dove le bottiglie venivano sciacquate e sterilizzate con dei prodotti chimici e soda caustica. Con tutte queste azioni abbiamo ridotto gli sprechi energetici aziendali fino al 90% e non utilizziamo ad oggi né plastica né prodotti chimici. Così che l’acqua dalle sorgenti viene direttamente imbottigliata senza subire trattamenti, l’unica aggiunta che facciamo, per il piacere di quanti l’apprezzano, è l’anidride carbonica, quindi non c’è nessun tipo di interventi, chiamiamoli, “umani” ed è per questo motivo che questo processo è un Dono della Natura!”
Un’azienda che, per guardare al futuro, decide di privilegiare un prodotto intatto e cristallino, sta facendo vera innovazione secondo me.
Valori, storia e comunicazione
L’incontro con i dirigenti di Acqua Frisia mi dà anche la possibilità di sbirciare ‘da dentro’ come le scelte di indirizzo in un’azienda importante si concretizzano.
Per esempio, la scelta del vetro a rendere è una decisione che è stata attentamente valutata: “Proponiamo acqua in vetro, trasparente, questo perché avevamo la consapevolezza e la voglia di fare un prodotto sostenibile, non dimenticando la qualità del prodotto e del servizio. Il vetro a perdere entra nella filiera di “riciclo sostenibile” all’interno dell’ottica di un’economia circolare dando una mano al territorio e augurandoci che tutti si attivino entro il 2023 per l’eliminazione della plastica (anche se con rammarico vedo che ora con il Covid sembra tutto messo in secondo piano).”
E non si fermano certo al vetro: camminando tra i macchinari tutto mi sembra teso a questa idea di innovazione e sostenibilità: le etichette sulle bottiglie sono in carta certificata e sostenibile, i tappi in alluminio riciclabile, perfino il cartone per l’imballaggio è trattato con colle e inchiostri ecosostenibili.
In primo piano, poi, è la storia dell’azienda, che va valorizzata: “L’altra innovazione che abbiamo fatto è sul packaging: essendo un’azienda di 60 anni abbiamo voluto dargli un taglio grafico vintage, un’azienda che investe per un progetto sostenibile, che guarda il futuro, rispettando il territorio e l’ambiente, senza scordarsi che tutti ci ricordano ancora come l’acqua di famiglia con cui sono cresciuti. Avremmo anche potuto arrivare alle origini dell’azienda, che risalgono alle fine dell’Ottocento!”
Sì, ma… l’acqua?
Sono talmente presa dal processo aziendale e decisionale che quasi mi scordo che il prodotto principale va pur affrontato: “Attualmente noi abbiamo quattro sorgenti di due tipologie: la Frisia, che è un’oligominerale, e la Bernina, che è un’acqua minimamente mineralizzata: è una particolarità, in quanto in Italia ce ne sono molto poche. La Bernina entra tra le acque più leggere sul mercato mondiale, mentre l’acqua Frisia è un oligominerale con dei dati fortemente positivi, un’acqua leggera e molto piacevole, pura e di sorgente.”
Insomma… a chi stesse leggendo e si chiedesse se ho proprio voluto fare una pubblicità esplicita all’Acqua Frisia, si tranquillizzi: è proprio così!
Li ho conosciuti, ho toccato con mano che quello che dicono è vero, ho capito che c’è chi pensa seriamente a unire territorio e qualità, e allora sì, mi sento di dire che una realtà del genere va valorizzata, e spero di dare il mio contributo.